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PIETRO VIRGILIO LIETTI: L'ARTISTA


Di lui si può affermare che è un figurativo, ma con l'aggiunta di una modernità caratteristica che si completa con un'originale personalità. L'arte è rappresentazione ed intuizione, è prima forma di conoscenza, la più svincolata ed autonoma dello spirito e, proprio su questo binario si colloca la pittura di Pietro Lietti che, degli oggetti, della natura, degli uomini giunge a cogliere i più risposti concetti di verità ed essenzialità.

Dipinge quel che vede con acuta dote d'osservazione. Non esce mai dagli schemi figurali e tradizionali, ma nel riprodurre la visione di un paesaggio e lo scorcio di un rustico angolo di borgo egli sa aggiungervi quel pizzico di vitalità vibrante, con velature e tocchi, da far sì che l'opera compiuta viva di una sua musica lirica ed emozionale. La tecnica più usata è olio su tela ma, ha dimostrato una notevole dimestichezza nel dipingere olio su tavola.

Se un frammento di mondo, natura morta o raggruppamento d'alberi e di monti, d'acqua e di case, cui diamo nome di paesaggio è bello, non lo è già per se stesso, ma per la commossa speculazione offerta da un artista, per la grazia del sentimento che lo compenetra.

E quel pittore che non sapesse tradurre una vista in un trompe-l'oeil non meriterebbe titolo d'artista.
La natura può vivere senza l'uomo, dispersa nell'universo, senza che un fruitore ne ricavi un'armonica allegoria: ma nel culto di una natura non purificata, non tradotta dall'immaginazione di un pittore, non v'è soffio d'arte. Se i più copiano dal dizionario accademico senza rendersi conto che un sito naturale non ha valore se non per un sentimento attuale, e aprendo lo squarcio di una finestra credono che la veduta casualmente inquadrata, sia un poema bello e fatto ( esempio di abilità senz'anima ), Pietro Virgilio Lietti invece sa che un poema non si copia: vuol essere composto. Perciò l'opera del Lietti e un sottile gioco di astuzie.

Ama la luce e la rende in quel vapore luminoso, scintillante e instabile, che scompiglia l'essenza degli oggetti.
Un prato dai riflessi abbacinanti, brulicante di erbe umide e maculate di chiazze luminose, alberi rugosi, case dai tetti rossi squillanti, diventano ai suoi occhi innamorati, un brano di natura sufficiente e perfetto.
Colori dolci, luci quasi crepuscolari, al suo sguardo fine, rivelano armonie più che contrasti. Per una voluttà elegiaca nota a chi ama le campagne incontaminate, nascono le sue impressioni malinconiche native e severe, di una solitudine che rende gli oggetti “personaggi” monumentali.
Personaggi e scenari che “ la luna e il sole hanno a vicenda illuminato, versando l'uno la sua luce chiassosa, l'altra i suoi pazienti incantesimi ”.

La sua fantasia e la sua pittura ci riportano a magici diorami d'efficace illusione, incantesimi entro cui possiamo rileggere artisticamente espressi i nostri sogni più cari.



Copyright © 2005 Pietro Virgilio Lietti